Racconto di una giornata col circolo Carpediem
Sabato 26 giugno: sveglia all’alba, ci aspetta un viaggetto discretamente lungo, destinazione Sale San Giovanni in provincia di Cuneo, al confine tra Piemonte e Liguria, in quella che è denominata la “Piccola Provenza del Piemonte”.
Il viaggio è scorrevole, un po’ di chilometri in autostrada e poi uscita sulla statale che ci permette di goderci panorami sempre belli della nostra Italia: percorriamo le dolci colline della Bassa Langa in mezzo al verde e ammirando i filari di vigneti, ma della lavanda nemmeno l’ombra…
E quando ormai la nostra resistenza è stata messa a dura prova, ecco che finalmente iniziamo ad avvistare qualche cespuglio viola, un po’ pallidino in realtà.
Proseguiamo fiduciosi, seguendo le indicazioni di alcune persone del posto, ed arriviamo al punto in cui partono diversi percorsi per raggiungere i campi di lavanda.
Incontriamo un primo campo all’inizio del percorso e inutile dire che ci precipitiamo a fotografare, dall’alto, dal basso, in mezzo ai cespugli…
Ma si sa che il meglio viene sempre dopo, bisogna soffrire un po’ per guadagnarselo, quindi via, si riprende il percorso sotto un sole caldo caldo fino ad arrivare davanti ad un vero spettacolo: un bel campo tutto viola, una macchia di colore che cambia tonalità a seconda di come la guardi e di come gira la luce e come si muovono le nuvole.
Ci addentriamo tra le file di cespugli, desiderosi di portarci a casa qualche bella immagine di questa natura meravigliosa, il contrasto tra il viola dei fiori e il verde degli steli, qualche fiorellino giallo ogni tanto, tante tante api e qualche bella farfalla.
Una bella “damigella” si è attrezzata di ombrellino e cappello di paglia, un’altra ha un bel vestito bianco che spicca nella macchia di colore e noi ne approfittiamo per rubare qualche scatto da lontano, tanto con i nostri teleobiettivi è un gioco da ragazzi!
Il tempo scorre piacevolmente in mezzo alla natura ed è ora di lasciare tutta questa meraviglia, portando negli occhi tante immagini di bellezza e inebriati dalla delicata fragranza della lavanda all’apice della sua fioritura e nelle orecchie il ronzio di mille e mille api.
Qualcuno già pregusta il profumo di un pranzo in una trattoria tipica, altri preferiscono un pranzo più bucolico.
Nel pomeriggio si rientra, in tempo per concedere a tutti la visione della partita Italia-Austria.
Un approfondimento, per quelli che chiedevano, perché di fatto nelle nostre uscite c’è spazio anche per un momento di cultura: il nome comune “lavanda” con il quale siamo abituati a chiamare questa pianta deriva dal gerundio latino del verbo “lavare” (lavandus, lavanda, lavandum = “che deve essere lavato”) per alludere al fatto che questa specie era molto utilizzata nell’antichità, soprattutto nel Medioevo, per detergere il corpo. La lavanda (o “la Vanda”, come simpaticamente l’abbiamo nominata noi) è una pianta dalle mille proprietà, utilizzata appunto per la cura del corpo sotto varie forme – olio, saponi, profumi, infusi e preparati omeopatici.
Le uscite con il Circolo sono sempre un’occasione di convivialità prima ancora che di crescita “fotografica”: a questo giro abbiamo anche avuto l’onore di avere con noi Oreste, l’ultimissima new entry, al quale speriamo di aver fatto una buona prima impressione (perché poi potremmo peggiorare!) e al quale diamo il nostro ufficiale “Benvenuto”!
Alla prossima, Cristina!
Qualche foto: